La solitudine tra paura ed opportunità

La solitudine è temuta, perché spesso è associata alla tristezza, alla paura e alla depressione, ma l’essere soli non è necessariamente fonte di malessere, può essere origine di auto-consapevolezza, una conoscenza di sé generatrice, creatrice di nuovi modi d’essere e nuove dinamiche relazionali.

La solitudine tra paura ed opportunità | Blog di Scilla Battiato

La prima volta che siamo soli è alla nascita, ci separiamo definitivamente dal grembo materno e realizziamo di essere separati, un vissuto che ci accompagnerà per tutta la vita, fino all’ultimo dei nostri giorni. Si tratta di un’esperienza interiore che non si può eliminare, ma può essere compresa e valorizzata.

Viviamo in un’epoca strana, che spinge all’individualismo per essere qualcuno, ma nello stesso tempo rimarca la divisione tra i “soli” e i “non-soli”. C’è una sorta di stigma sociale, per cui se non ti accompagni ad amici, parenti o partner sei destinato ad una vita sfortunata, che nessuno desidera. I “soli” sono coloro che, non avendo un compagno di esperienze, sono relegati in una grigia landa desolata.

Proiettati e inglobati nel mondo, abbiamo tralasciato e ignorato la differenza tra l’”essere soli” e il “sentirsi soli”, ci sono situazioni di solitudine oggettiva, in cui una persona è davvero isolata, pensiamo a segregazioni e prigionie o condizioni di grave handicap sensoriale, esperienze di reale assenza di legami affettivi, i vissuti di profughi ed emigranti, un essere realmente isolati che può portare a soccombere o può spingere ad una riorganizzazione interna e adattamento, fino alla modificazione della situazione vissuta.

Il sentirsi soli va ben oltre l’essere soli, è un sentimento che può essere provato anche in compagnia di uno, dieci, mille individui, scaturisce da un senso d’inadeguatezza, dalla mancanza di un forte senso di sé, tale da creare un vuoto, che spesso si cerca di colmare attraverso la presenza di altri che distraggano dall’essere soli!

La solitudine tra paura ed opportunità | Blog di Scilla Battiato

La solitudine è temuta, perché spesso è associata alla tristezza, alla paura e alla depressione, così lo spettro dell’essere soli può spingere a lasciare che chiunque entri a popolare la nostra esistenza, senza avere la capacità di sentire l’altro e scegliere di accoglierlo. Possiamo rimanere tenacemente aggrappati a rapporti che sono distruttivi pur di non provare quell’esperienza, spesso terrorizzante, dello stare soli ed isolati.

E così può accadere che dalla solitudine oggettiva si scivoli in quella soggettiva, forse una realtà ancora più grigia e cupa, perché pur spingendoci a cercare la presenza dell’altro, è quella che ti porti dentro ed è fatta dei “non detti” e “non fatti”, al solo scopo di mantenere un legame, che però diventa velenoso per il nostro essere davvero noi stessi!

Paralizzati dalla paura, accettiamo di mettere a tacere l’amore e il sentire i nostri bisogni e desideri, pur di non perdere l’altro, che seppur distruttivo, ci sostiene nella nostra illusione di non essere soli!

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Un’illusione che poi è spesso all’origine anche della corsa alla creazione di profili virtuali sui social network o dell’attenzione, talvolta anche morbosa, alla vita on line.

Ottenere un “Mi piace” è segno di riconoscimento, avere decine di amici è indicativo di popolarità, essere on line, insieme ad altri, può diventare un placebo per l’inquieta e terrorizzata anima sola off line!

La solitudine può essere vissuta solo se siamo in grado di stare con noi stessi, se ci concediamo un dialogo interiore che genera un “pieno”, un senso di sé che permette di esplorare e fertilizzare la nostra individualità, di accettare le nostre contraddizioni e i nodi conflittuali e, quindi ad armonizzarli, di imparare a dare e ricevere, a dire i nostri “no” e i nostri “si” riconoscendoci un valore, quindi a scegliere le persone che ci staranno accanto.

L’essere soli non è necessariamente fonte di malessere, ma può essere origine di auto-consapevolezza, una conoscenza di sé generatrice, creatrice di nuovi modi d’essere e nuove dinamiche relazionali.

Guardare i nostri fantasmi è la via principale per farli svanire, proviamo a fare “pulizia” nelle nostre relazioni, cominciamo a fare ordine nel nostro quotidiano e a ritagliarci del tempo per sfidare il tabù sociale dello “stare da soli”, impariamo a concederci l’esclusiva compagnia di noi stessi, lasciando andare chi, in qualche modo, ci limita o deprime, abbandonando i sensi di colpa e le aspettative cupe e grigie.

Allontanandosi dal pensiero negativo, imparando a pensare e sentire in modo alternativo, saremo in grado di creare e ri-crearci, di generare nuovi modi d’essere e nuove forme di relazioni, imparando a stare con l’altro con piacere, quindi con un protendersi all’esterno esprimendo in modo chiaro ed efficace le nostre emozioni ed opinioni, consapevolizzate in compagnia di noi stessi.

“Sentirsi soli è l’assenza dell’altro. Essere soli è la presenza di se stessi.”
Osho

Psicologo-Psicoterapeuta-Taranto-Scilla-Battiato

Autore: Scilla Battiato

Psicologa e psicoterapeuta specializzata in bioenergetica. Laureata in Psicologia ad Indirizzo Clinico e di Comunità nel 2005 presso l’Università di Urbino “Carlo Bò”, con il massimo dei voti. Specializzata con lode in Psicoterapia Umanistica ad indirizzo Bioenergetico nel 2013 presso l’Istituto di Psicoterapia “Psicoumanitas” di Roma. Iscritta all’Albo degli Psicologi della Regione Puglia dal 2008.

“Le mie emozioni sono come le vostre, i vostri pensieri sono come i miei, forse – se non lo avete già compiuto! – quello che ci distingue è l’aver fatto il viaggio, quello alla scoperta di sé!”