La depressione e la notte del corpo

Dipingere il buio con i colori dell’anima

Psicologo-Psicoterapeuta-Taranto-Scilla-Battiato
I

l dolore affligge l’uomo, e come nella notte il buio disorienta e impaurisce, tanto che da sempre si desidera la luce rassicurante che rischiari le tenebre, così si cerca un rimedio al male, un salvatore. Che sia il corpo a lanciare un urlo o l’anima, l’essere umano difficilmente si ferma a prestare orecchio al dolore o a cullarsi nel buio della notte, così si muove sordo e inquieto alla ricerca di chi possa subito porre fine alle sue sofferenze o aiutarlo a rivedere la luce. Un medico, un eroe che salva dalle pene, un farmaco che spenga i dolori, lo si cerca anche quando ci si sente depressi, caduti nell’oscuro vuoto che divora la nostra anima. Alcuni medici o psichiatri si soffermano ad ascoltare la persona che soffre e, risolto il momento diagnostico, cominciano a prendersi cura del proprio paziente, così prescrivono gli psicofarmaci nei giusti casi, quelli con stati depressivi tali da sfociare in comportamenti distruttivi o autolesivi, e poi, vedendo la depressione non come una malattia da guarire, ma come un sintomo che si fa portavoce dell’esigenza di cambiare, invitano la persona depressa ad un processo psicoterapeutico. Un percorso che richiede di mettersi all’ascolto di sé, camminare nella notte della propria anima, facendo accadere quella che è la propria aurora boreale!

Psicologo-Psicoterapeuta-Taranto-Scilla-Battiato

Nessuno può dire che, nella propria vita, non si sia mai sentito triste o apatico, “giù di morale” o depresso, nolente o impotente, ma questo marasma di termini e modi di dire è utilizzato confusamente in riferimento a modi di sentire e ad una precisa diagnosi clinica.
Stabilito che tutti possono sentirsi tristi e disinteressati alle cose, è importante sottolineare che, non per questo, a tutti si può fare una diagnosi di depressione.
Solo quando una persona prova un malessere tanto grave da influire negativamente sul tono dell’umore e sul normale funzionamento quotidiano, così da sentirsi triste, inutile, indifeso e irritabile a lungo, si può parlare di persona clinicamente depressa. Pertanto, sono la durata, l’intensità e la qualità “limitante” delle emozioni vissute che distinguono la realtà clinica della depressione dal normale ed umano variare dell’umore.

La Depressione è, infatti, caratterizzata da un insieme di sintomi affettivi, cognitivi, comportamentali e somatici in grado di abbassare il tono dell’umore fino a compromettere il funzionamento e l’adattamento dell’individuo.

Nell’unità mente/corpo, dove l’uno e l’altro sono la metà di un intero, il buio dell’anima oscura anche il corpo, e quest’ultimo permette il perdurare delle tenebre.  Il benessere psicologico richiede la capacità di accettare il proprio passato emozionale, vivere il presente sentendo ed esprimendo le proprie emozioni, ed utilizzandole come base per progettare il proprio futuro. Purtroppo, la persona depressa, in difesa da un passato doloroso, si congela, in modo autodistruttivo, in una gabbia, le cui sbarre sono formate da tutti i non detti e non fatti!

Psicologo-Psicoterapeuta-Taranto-Scilla-Battiato

Forse la gabbia migliore che l’uomo ha per congelare le sue emozioni e i suoi vissuti dolorosi è il corpo!
Quando un bambino vive una ferita d’amore, cerca di reprimere, in seguito alla continua frustrazione, l’impulso ad esprimere sentimenti ed emozioni, perché ogni insoddisfazione non fa altro che accrescere il dolore. La necessità di trattenere l’espressione di emozioni e sentimenti si traduce in una tensione cronica di quelle parti corporee, che sarebbero interessate nell’atto espressivo. La progressiva desensibilizzazione delle diverse parti del corpo riduce la vitalità e l’energia, limita la naturale motilità e funzione respiratoria. Tutto nelle funzioni organiche della persona depressa mostra questo diminuito livello energetico: il movimento è ridotto nella quantità e qualità, persino nei gesti spontanei e nella mimica facciale; anche il metabolismo diminuisce, tanto che si verifica comunemente una perdita di appetito.
Ma, soprattutto, risulta ridotta la funzione della respirazione, la cui correlazione con lo stato depressivo è evidenziata dal fatto che qualsiasi tecnica sia in grado di aumentare la respirazione conduca, prima o poi, ad una liberazione del pianto o della rabbia, allentando così lo stato depressivo.
Quando una persona nell’infanzia vive esperienze tali da danneggiare il proprio senso di sicurezza ed accettazione, vive costantemente proiettato in un futuro che capovolga l’esperienza passata. Buona parte dell’energia viene investita in queste fantasie e il presente viene sacrificato in nome della loro realizzazione. Il depresso è così concentrato su questo suo sogno ad occhi aperti, irrealizzabile, che non vede com’è nel presente.

L’inevitabile crollo di queste fantasie porta alla depressione, che però può essere un’occasione per contattare le proprie illusioni e delusioni e, dopo essersi rimessi in piedi sulle proprie gambe, incamminarsi su una via migliore, quella che porta verso l’alba di un giorno luminoso dopo una notte buia.

C’è chi pensa che un farmaco possa essere più efficace di un fiume di parole per risolvere uno stato depressivo, e poi c’è chi ritiene che parlare e parlare tanto possa alleviare il peso interiore che si avverte. In realtà, né un farmaco da solo né una chiacchierata, seduti su un divano, possano risolvere una depressione.

Psicologo-Psicoterapeuta-Taranto-Scilla-Battiato

Non è la parola quello di cui il depresso ha bisogno, ma una “relazione”, un luogo e uno spazio in cui uno psicoterapeuta diventi un prezioso strumento per sanare una vecchia ferita! Le persone che soffrono di depressione hanno bisogni non soddisfatti nella relazione d’amore infantile, quello di essere sostenuti, di contatto corporeo, di attenzione ed approvazione, di amore incondizionato. La relazione terapeutica deve essere un fluire verso uno “spazio” in cui il terapeuta sia così vicino, pur restando differenziato, da riuscire ad accompagnare l’altro nel suo viaggio verso le situazioni infantili di privazione e conflittuali, affinché prenda contatto con i propri sentimenti e riacquisti indipendenza. Nella relazione terapeutica, il soggetto depresso dovrà sentirsi tanto accolto e sicuro da potersi permettere di guardare alla sua vecchia ferita d’amore e, crescendo, poterla sanare da solo, sviluppando una sorta di fede nelle sue gambe e nei “luoghi” dove esse lo porteranno.

“Nessun surrogato di cure materne potrà dare ad una persona le sicurezze che questa non ha avuto durante l’infanzia. Da adulti si deve trovare la sicurezza in se stessi.” (Lowen)

L’approccio psicoterapeutico ad orientamento bioenergetico deve mirare a rilassare le tensioni muscolari, tramite degli esercizi corporei o movimenti espressivi, mettendo, però, anche la persona in grado di rendersi conto del loro significato. Dovrebbe comprendere la relazione esistente tra i suoi atteggiamenti corporei e le sue esperienze di vita, soprattutto infantili, per poi permettersi lo sblocco degli impulsi repressi nel contesto controllato della terapia.

Psicologo-Psicoterapeuta-Taranto-Scilla-Battiato

Il primo passo è aiutare la persona a caricare energia, ristabilendo un livello energetico normale e sufficiente a liberarla dalla reazione depressiva, attraverso una respirazione più profonda e fluida. Il secondo passo, è aiutare l’individuo depresso a “mettere i piedi per terra”, sviluppare il grounding, cioè radicarsi nella realtà, così che non abbia più bisogno di agire sulla base di un’illusione, quella che la soddisfazione dei suoi bisogni arrivi dall’esterno.
Attraverso il radicamento nel proprio corpo e nella sua realtà, l’uomo può, all’interno di una relazione di sostegno con il terapeuta, permettere al suo spirito di aprirsi alla gioia e al piacere di appartenere a questo mondo.
L’uomo non esiste separato dal suo corpo, quindi solo lavorando senza sminuire o trascurare né la mente/anima né il corpo, si può aiutare la persona a riacquistare le forze fisiche e spirituali, necessarie per una vita integra, libera e spontanea!