Gli effetti psicologici di una separazione coniugale sui bambini e ragazzi.

 

La solitudine tra paura ed opportunità | Blog di Scilla Battiato

“Cari mamma e papà,
so che state soffrendo, sto soffrendo anch’io. Mi sento nutrito dalle vostre paure, attenzioni e shock, anche se sono giovane e non riesco a parlare di ciò che succede nelle nostre vite, ne risento ugualmente. Il mio cuore si spezza tutte le volte che devo rinunciare a stare con uno di voi, il mio senso di sicurezza è perduto. Non date per scontato che io sia forte, che la mia vita sarà esattamente come prima, che io continuerò a sentirmi ugualmente amato da entrambi voi, sono un essere umano proprio come voi, i miei bisogni sono proprio come i vostri. Ho bisogno di amore, attenzione, cura e stabilità, coerenza, affetto, comprensione, pazienza e soprattutto di sentirmi desiderato. Quando litigate su di me o mi mettete al centro delle vostre discussioni mi comunicate il messaggio che vincere sull’altro sia più importante della mia vita, imparo da voi che è meglio avere ragione che essere amati, imparo da voi che sono venuto da una persona che è poco amabile e sbagliata, e che in qualche modo sono sbagliato anch’io. Quando confidate le vostre ferite al mio cuore, avete accumulato un dolore per adulti, derubandomi della mia fanciullezza, state portandomi via la convinzione che l’amore sia incondizionato e lo sostituite col messaggio che mi dice di diventare duro, di non amare perché sarò ferito e non sarò capace di ristabilirmi. Potreste non essere in grado di capirlo oggi, ed io sono così piccolo che non state pensando al mio futuro, ma mi mettete a maggior rischio di divorziare anch’io da grande. A volte metterete a rischio la mia sicurezza per riempire un vuoto nei vostri cuori. La mia sicurezza è compito vostro, senza di voi e la vostra protezione sono come un mollusco senza guscio nel mondo, questo si manifesterà in paure irrazionali perché resterò in uno stato di lotta o fuga per il resto della mia vita. Un giorno questo iniziale shock lo avrò dimenticato, ma come sceglierete di attraversare questa crisi come miei genitori non lo dimenticherò mai. Potrò sentire la vostra assenza di egoismo, protezione e sostegno oppure avrò una cicatrice sul mio cuore con una scritta “ le cose belle capitano alle brave persone, ed io devo essere cattivo.”

Pensosamente, il Figlio del Divorzio”

Tratto dal sito www.childofdivorce.org

Q uando mamma e papà si separano, i figli, ma anche il resto della famiglia, vivono una vera e propria crisi, da cui, però, è possibile uscirne senza traumi e danni, nella misura in cui la coppia, pur cessando di essere coniugi, continua a svolgere un ruolo genitoriale, caratterizzato da coerenza e stabilità affettiva ed educativa. I genitori che continuano ad essere dei punti di riferimento rassicuranti, possono offrire un sostegno nell’affrontare il cambiamento famigliare e nella crescita dei loro figli, mostrando un modello adulto di risoluzione di conflitti, e difficoltà legate ad un disaccordo e alla separazione.

Spesso sorgono nelle mamme e nei papà comprensibili paure e timori su come una separazione possa influire negativamente sulla crescita dei figli, questo porta, in alcuni casi, anche a ritardarne la decisione e messa in atto, creando, tuttavia, un ambiente fortemente intriso di tensione, se non apertamente violento, di cui i più giovani non sono solo spettatori, ma anche attori di un “gioco” famigliare in cui sono investiti di ruoli differenti, possono essere gli stabilizzatori/mediatori della conflittualità, chi si prende cura del genitore avvertito come più debole, il capro espiatorio che ha il compito di mantenere unita la coppia.

Le ricerche dimostrano che non è la separazione dei genitori ad essere origine di sofferenza psicologica, ma il clima fortemente conflittuale che spesso la caratterizza. Sicuramente, la decisione dei genitori di non essere più una coppia ha un forte impatto emotivo sui figli, ma una comunicazione della separazione, motivata in modo chiaro ed univoco, può aiutarli a contenere ed elaborare sentimenti di angoscia e paura rispetto a quanto accade.

In base alla fascia di età in cui si trovano i figli, si possono individuare delle normali reazioni di disagio psicologico alla separazione coniugale:

  • Età prescolare: ovviamente, i neonati, se continuano a sperimentare un legame affettivo sicuro e protettivo con almeno uno dei genitori, non hanno conseguenze immediate, i più grandicelli invece possono manifestare comportamenti regressivi rispetto alle conquiste evolutive già compiute, come la perdita del controllo degli sfinteri o il ritorno a forme di autoconsolazione, come succhiarsi il pollice. I bambini, tra i 3 i 6 anni, manifestano insicurezza rispetto a quanto accade, alcuni possono diventare ansiosi, con manifestazioni di regressioni comportamentali, altri possono diventare aggressivi verso gli altri o gli oggetti, in risposta ad un vissuto di abbandono e rifiuto.

  • Età scolare: c’è una maggiore consapevolezza delle motivazioni della separazione, per cui spesso, in questa fascia evolutiva, i bambini tendono a schierarsi con l’uno o l’altro genitore, a mostrare sentimenti di tristezza e dolore profondi, vergogna, rabbia ed aggressività, sintomi psicosomatici, calo del rendimento scolastico, diminuzione o blocco delle relazioni con l’ambiente esterno.

  • Età adolescenziale: tra gli 11 e i 18 anni, i ragazzi vivono una fase di confusione e instabilità dei rapporti in cui la separazione dei genitori può comportare un aumento della paura di stabilire legami affettivi fino alla chiusura in se stessi e allo sviluppo di comportamenti devianti o autolesivi.

Una presenza genitoriale stabile, coerente e sicura mitiga queste forme di disagio, fino ad agevolare l’elaborazione di un nuovo equilibrio famigliare e personale.
È fondamentale, pertanto, imparare a distinguere la separazione coniugale dalla responsabilità genitoriale, quest’ultima non cessa con la fine del matrimonio/convivenza, inoltre è necessario per gli adulti mantenere ben distinti i due piani, seppur faticosamente, perché anche loro comprensibilmente sofferenti e stressati.

I figli, soprattutto se piccoli, non hanno ancora tutte le capacità cognitive ed emozionali per elaborare il cambiamento famigliare e l’allontanamento di uno dei due genitori, così tendono ad incolpare se stessi per la separazione oppure possono temere che l’abbandono famigliare del genitore allontanato possa rappresentare una temibile prospettiva anche per loro. I bambini sperimentano profonde emozione e sentimenti di abbandono, paura, rabbia, frustrazione e impotenza che, se non affrontati ed elaborati nel dialogo e nella condivisione con i genitori, spingono o aumentano un senso di solitudine e isolamento, rispetto ad adulti completamente assorbiti nelle loro sofferenze o, peggio, nei loro conflitti.

I figli vivono una sofferenza tanto più grande quanto più è elevata la conflittualità tra i genitori, quanto più questa si manifesta attraverso violenza verbale o fisica, o se i bambini vengono usati come arma per ferire l’altro o sono trasformati in causa di litigi e se l’adulto abdica alle sue funzioni genitoriali. Il tentativo di reagire a tutto questo procura una distorsione della naturale evoluzione infantile ed adolescenziale, con uno sconvolgimento sul piano emozionale e psicologico.
Sebbene in un momento di profonda sofferenza e sconvolgimento psico-emozionale, sarebbe opportuno ed auspicabile che la coppia riuscisse a trovare e stabilire una qualche forma di collaborazione genitoriale, per consentire al figlio di affrontare e risolvere la crisi famigliare, adattandosi il più rapidamente possibile alla nuova realtà. Data l’importanza e la difficoltà del momento, sarebbe importante anche valutare la possibilità di rivolgersi a figure professionali che possano agevolare l’elaborazione della crisi nel senso di una nuova stabilità dei rapporti e legami affettivi, come psicologi, psicoterapeuti e mediatori famigliari.
In tal senso, sono riportati dei suggerimenti ai genitori, che possano essere spunti di riflessione da adattare alla propria situazione famigliare:

La solitudine tra paura ed opportunità | Blog di Scilla Battiato

COMUNICATE CON LORO: una volta presa la decisione, certa e senza possibilità di ripensamenti, di separarsi, sarebbe opportuno comunicarla insieme ai figli, in modo chiaro ed adeguato alla loro età, con serenità e senza menzogne. In questa comunicazione è fondamentale cominciare a rassicurarli che la separazione coniugale non significa che stanno perdendo la mamma o il papà, facendo però seguire alle parole i fatti.

DIALOGATE CON LORO: invitate i vostri figli ad esprimere ciò che sentono, e fatelo ripetutamente, soprattutto se dimostrano di non voler comunicare o non fanno domande, perché questo non significa che siano abbastanza grandi da capire ed acconsentire. Cercate di essere sempre pronti ad accogliere le loro domande o i loro pensieri e sentimenti, contenendoli ed autorizzandoli, perché siano educati alla libertà del sentire e pensare.

MANTENETE LA FUNZIONE GENITORIALE: siate responsabili della vostra genitorialità, spiegate con chiarezza ai vostri figli che la decisione di separarvi proviene solo da voi adulti, che loro non ne hanno responsabilità. Non perdete di vista il vostro essere genitori, per cui le decisioni riguardanti i vostri figli saranno prese soltanto da voi, in collaborazione, e ricordate che anche il vostro ex partner è genitore, per cui lasciate responsabilmente che i figli mantengano i ricordi della vita famigliare passata e possano parlarvi della situazione attuale.
Tenete sempre a mente che essere buoni genitori significa anche dire qualche “no”, non siate pronti a concedere sempre, come se farlo fosse una qualche forma di “risarcimento”, mantenete una continuità educativa con le regole e le abitudini antecedenti alla separazione.
Rispettate i confini del vostro ruolo, non caricate i figli delle vostre ansie, preoccupazioni e sofferenze, sarebbero un peso che le loro spalle non possono e non devono portare, anzi accogliete e contenete le loro.
Infine, cercate di continuare a festeggiare le ricorrenze e i giorni importanti tutti insieme, interfacciatevi insieme alle altre figure educative e di cura dei vostri figli, affinché questi possano sentirsi al sicuro rispetto ad un intento comune e collaborativo dei suoi genitori.

RIMANETE LEALI E NON SCREDITATE L’ALTRO GENITORE: sebbene possiate trovare difficile e non ragionevole farlo, non cercate l’alleanza dei figli contro l’altro genitore, non offendetelo e non screditate le sue scelte educative con i bambini e adolescenti, ma parlatene direttamente con lui, senza affidare ai figli il ruolo di messaggeri, soprattutto d’intenzioni ostili dirette o indirette. Non è mai piacevole per un figlio sentir parlare male di mamma o papà, soprattutto se la cosa avviane da parte dell’uno o dell’altro.

NON SIATE AGGRESSIVI: mostrare di avere una differenza di vedute e di ricercare un compromesso può essere un modello educativo importante di risoluzione di conflitti, al contrario far assistere i figli alle vostre litigate o a qualsiasi forma di violenza può creare in loro sentimenti di paura ed angoscia per la loro e la vostra sicurezza. Evitate di usare i figli come testimoni, ostaggi, spie o messaggeri contro l’altro genitore, non ricerchiamo la loro alleanza, magari estorcendola con ricatti emotivi. Un bambino ha il diritto di vivere l’amore incondizionato, di sperimentare l’affetto dei suoi genitori come forma di legame gratuito.

FATE ATTENZIONE A COME PORTATE NELLA VITA DEI VOSTRI FIGLI I NUOVI PARTNER: provate prima a comunicarvi tra voi genitori l’intenzione di presentare il vostro nuovo partner ai vostri figli, affinché non si creino tensioni e malintesi rispetto all’opportunità della cosa e ai ruoli di tutti gli adulti. Non presentate il vostro partner come la nuova mamma o papà, ma evitate le competizioni ed adoperatevi affinché si stabiliscano rapporti equilibrati ed affettuosi.

La solitudine tra paura ed opportunità | Blog di Scilla Battiato

Quando la separazione di una coppia rappresenta l’unica via per risolvere un rapporto di distacco affettivo o aperta conflittualità cronica e dannosa, è bene ricordare che mantenere un rapporto equilibrato con entrambi genitori rappresenta una notevole risorsa nell’elaborazione dello squilibrio psicoaffettivo che può verificarsi nei figli, con manifestazioni e modalità legate alle caratteristiche contestuali, psicologiche ed individuali. Il mantenimento di figure genitoriali stabili, coerenti ed amorevoli mitiga gli effetti psicologici della separazione, portando persino allo sviluppo di nuove ed inaspettate capacità di riadattamento.

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