Gli effetti psicologici di una separazione coniugale sui bambini e ragazzi.
“Cari mamma e papà,
so che state soffrendo, sto soffrendo anch’io. Mi sento nutrito dalle vostre paure, attenzioni e shock, anche se sono giovane e non riesco a parlare di ciò che succede nelle nostre vite, ne risento ugualmente. Il mio cuore si spezza tutte le volte che devo rinunciare a stare con uno di voi, il mio senso di sicurezza è perduto. Non date per scontato che io sia forte, che la mia vita sarà esattamente come prima, che io continuerò a sentirmi ugualmente amato da entrambi voi, sono un essere umano proprio come voi, i miei bisogni sono proprio come i vostri. Ho bisogno di amore, attenzione, cura e stabilità, coerenza, affetto, comprensione, pazienza e soprattutto di sentirmi desiderato. Quando litigate su di me o mi mettete al centro delle vostre discussioni mi comunicate il messaggio che vincere sull’altro sia più importante della mia vita, imparo da voi che è meglio avere ragione che essere amati, imparo da voi che sono venuto da una persona che è poco amabile e sbagliata, e che in qualche modo sono sbagliato anch’io. Quando confidate le vostre ferite al mio cuore, avete accumulato un dolore per adulti, derubandomi della mia fanciullezza, state portandomi via la convinzione che l’amore sia incondizionato e lo sostituite col messaggio che mi dice di diventare duro, di non amare perché sarò ferito e non sarò capace di ristabilirmi. Potreste non essere in grado di capirlo oggi, ed io sono così piccolo che non state pensando al mio futuro, ma mi mettete a maggior rischio di divorziare anch’io da grande. A volte metterete a rischio la mia sicurezza per riempire un vuoto nei vostri cuori. La mia sicurezza è compito vostro, senza di voi e la vostra protezione sono come un mollusco senza guscio nel mondo, questo si manifesterà in paure irrazionali perché resterò in uno stato di lotta o fuga per il resto della mia vita. Un giorno questo iniziale shock lo avrò dimenticato, ma come sceglierete di attraversare questa crisi come miei genitori non lo dimenticherò mai. Potrò sentire la vostra assenza di egoismo, protezione e sostegno oppure avrò una cicatrice sul mio cuore con una scritta “ le cose belle capitano alle brave persone, ed io devo essere cattivo.”
Pensosamente, il Figlio del Divorzio”
Tratto dal sito www.childofdivorce.org
Q uando mamma e papà si separano, i figli, ma anche il resto della famiglia, vivono una vera e propria crisi, da cui, però, è possibile uscirne senza traumi e danni, nella misura in cui la coppia, pur cessando di essere coniugi, continua a svolgere un ruolo genitoriale, caratterizzato da coerenza e stabilità affettiva ed educativa. I genitori che continuano ad essere dei punti di riferimento rassicuranti, possono offrire un sostegno nell’affrontare il cambiamento famigliare e nella crescita dei loro figli, mostrando un modello adulto di risoluzione di conflitti, e difficoltà legate ad un disaccordo e alla separazione.
Spesso sorgono nelle mamme e nei papà comprensibili paure e timori su come una separazione possa influire negativamente sulla crescita dei figli, questo porta, in alcuni casi, anche a ritardarne la decisione e messa in atto, creando, tuttavia, un ambiente fortemente intriso di tensione, se non apertamente violento, di cui i più giovani non sono solo spettatori, ma anche attori di un “gioco” famigliare in cui sono investiti di ruoli differenti, possono essere gli stabilizzatori/mediatori della conflittualità, chi si prende cura del genitore avvertito come più debole, il capro espiatorio che ha il compito di mantenere unita la coppia.
Le ricerche dimostrano che non è la separazione dei genitori ad essere origine di sofferenza psicologica, ma il clima fortemente conflittuale che spesso la caratterizza. Sicuramente, la decisione dei genitori di non essere più una coppia ha un forte impatto emotivo sui figli, ma una comunicazione della separazione, motivata in modo chiaro ed univoco, può aiutarli a contenere ed elaborare sentimenti di angoscia e paura rispetto a quanto accade.
In base alla fascia di età in cui si trovano i figli, si possono individuare delle normali reazioni di disagio psicologico alla separazione coniugale:
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Età prescolare: ovviamente, i neonati, se continuano a sperimentare un legame affettivo sicuro e protettivo con almeno uno dei genitori, non hanno conseguenze immediate, i più grandicelli invece possono manifestare comportamenti regressivi rispetto alle conquiste evolutive già compiute, come la perdita del controllo degli sfinteri o il ritorno a forme di autoconsolazione, come succhiarsi il pollice. I bambini, tra i 3 i 6 anni, manifestano insicurezza rispetto a quanto accade, alcuni possono diventare ansiosi, con manifestazioni di regressioni comportamentali, altri possono diventare aggressivi verso gli altri o gli oggetti, in risposta ad un vissuto di abbandono e rifiuto.
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Età scolare: c’è una maggiore consapevolezza delle motivazioni della separazione, per cui spesso, in questa fascia evolutiva, i bambini tendono a schierarsi con l’uno o l’altro genitore, a mostrare sentimenti di tristezza e dolore profondi, vergogna, rabbia ed aggressività, sintomi psicosomatici, calo del rendimento scolastico, diminuzione o blocco delle relazioni con l’ambiente esterno.
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Età adolescenziale: tra gli 11 e i 18 anni, i ragazzi vivono una fase di confusione e instabilità dei rapporti in cui la separazione dei genitori può comportare un aumento della paura di stabilire legami affettivi fino alla chiusura in se stessi e allo sviluppo di comportamenti devianti o autolesivi.
Una presenza genitoriale stabile, coerente e sicura mitiga queste forme di disagio, fino ad agevolare l’elaborazione di un nuovo equilibrio famigliare e personale.
È fondamentale, pertanto, imparare a distinguere la separazione coniugale dalla responsabilità genitoriale, quest’ultima non cessa con la fine del matrimonio/convivenza, inoltre è necessario per gli adulti mantenere ben distinti i due piani, seppur faticosamente, perché anche loro comprensibilmente sofferenti e stressati.
I figli, soprattutto se piccoli, non hanno ancora tutte le capacità cognitive ed emozionali per elaborare il cambiamento famigliare e l’allontanamento di uno dei due genitori, così tendono ad incolpare se stessi per la separazione oppure possono temere che l’abbandono famigliare del genitore allontanato possa rappresentare una temibile prospettiva anche per loro. I bambini sperimentano profonde emozione e sentimenti di abbandono, paura, rabbia, frustrazione e impotenza che, se non affrontati ed elaborati nel dialogo e nella condivisione con i genitori, spingono o aumentano un senso di solitudine e isolamento, rispetto ad adulti completamente assorbiti nelle loro sofferenze o, peggio, nei loro conflitti.